VEDUTA DEL CANAL GRANDE DI VENEZIA DAL LATO DI S. SAMUELE in tela, alto m. 0,53, largo m. 0,77. "presa la veduta dal verone del palazzo Balbi in volta del Canal Grande, per cui vedesi distendere la prospettiva dal Iato opposto, dal punto cioè che la linea de' fabbricati protendesi dal girar del canale stesso fino al traghetto di S. Vitale; apparendo in lontano l'antico prospetto, di stile archiacuto, della chiesa della Carità, che sorge dall' opposto lato del canale medesimo, ove la linea de' fabbricati chiude la prospettiva in lontano alla destra. Quindi risultano siccome principali li due piccoli palazzi una volta Condulmero e Soderini, e più spiccatamente poi quello dei Moro-Lin, fabbricato dal Mazzoni, per ordine del pittore e cavaliere Pietro Liberi, e dopo la morte di questo, accaduta nel 1687, passato in proprietà di Antonio Lino, e precisamente verso il 1700. Codeste particolari notizie notammo, perchè da quanto risulta da memorie autografe sappiamo avere un Francesco Lino, figliuolo di Antonio, ordinato al Canaletto il dipinto che descriviamo. In seguito al palazzo Lino procedono le altre fabbriche, fra'quali il palazzo Grassi, ora Barone de Sina, che qui risulta tuttavia in costruzione, nè elevato se non nel primo piano. Anche codesta particolarità costituisce il dipinto opera certa del Canaletto, imperocchè quel palazzo erigevasi dopo il 1718 per ordine di Paolo, Pietro e Gio. Battista di quella casa, dall'architetto Giorgio Massari, cosicchè qui si ha patente l'epoca precisa della tela in parola, in cui il Canaletto contava oltre cinque lustri di età, non essendovi allora altro artista prospettico che fosse capace di colorire una veduta pari alla nostra, morto già essendo il precettore del nostro Antonio, cioè Luca Carlevaris, il quale d'altronde usò uno stile da questo diverso. Chi in fatti poteva, se non il Canaletto, pinger quell' acqua, quel cielo, quella luce e quella verità di natura, quali risultano qui vere e spiccate; e tirare i