LA REGINA TOMIRI. Affresco trasportato in tela. Alto 2,52. Largo 1,64. Leva alquanto la bella faccia, volta dal destro lato. Sopra i lunghi e biondi capelli legati in trecce e cadenti, reca la corona, e un nastro rosso con perle sulla fronte. Indossa una corazza di ferro, con sopra un'ampia veste gialla, della quale porta un lembo sull'anca sinistra, mentre coll'altra mano appoggia in terra per la punta una lunga lancia. Da piè mostra una sottana di colore azzurro e i rossi calzari. In basso è il motto: THOMIR TARTARA VINDICAVIT SE DE FILIO ET PATRIAM LIBERAVIT SVAM [Tutte queste figure, di grandezza maggiore del vivo, stanno in piè dentro certi vani inquadrati da cornici e pilastri tirati di prospettiva, con i fondi finti or di marmo mischio, or di porfido, or d'altra pietra. Andrea dal Castagno dipinse queste immagini onorarie a Pandolfo Pandolfini in una sala della sua villa di Legnaja, poco lungi dalla porta a San Frediano. Primo a farne memoria fu Don Francesco Albertini nel suo Memoriale impresso nel 1510, con queste parole:. " et le bellissime sale di Pandolfo Pandolfini è (sic) a Legnaja per mano d'Andreino, con sybille et uomini famosi fiorentini". Poi ne fecero cenno il Vasari e il Baldinucci nella Vita di Andrea dal Castagno; il quale ultimo scrittore è il solo che indichi i nomi delle persone ivi ritratte. " In casa i Carducci (egli dice), poi chiamati dei Pandolfini, dipinse alcuni celebratissimi uomini, parte de' quali ritrasse dal naturale cioè a dire da ritratti somiglianti, e da' propri volti loro: tali furono Pippo Spano fiorentino, cioè Filippo della nobilissima famiglia degli Scolari, consorti dei Buondelmonti, conte di Temesvar in Ungheria, Dante, il Petrarca, il Boccaccio ed altri". Dopo i citati scrittori niun altro fe parola di questi affreschi, e generalmente si credettero perduti, sino a che non fu pubblicata (1848) la Vita di questo pittore, nella nuova ristampa del Vasari, che va facendo Felice Le Monnier. Nel 1850, gli eredi